Luglio 2024
Dall’analisi dell’Osservatorio 100 Giorni Sani emerge che quasi tutte le persone intervistate dei due Paesi, Italia e Danimarca, associano allo stile di vita sano la scelta di un’alimentazione sana e che quasi il 70% tende, poi, ad attivarsi in tal senso. In Italia, infatti, circa 1 persona su 2 dichiara di seguire un’alimentazione sana come parte delle proprie abitudini quotidiane e circa 1 su 4 lo fa da parecchio tempo, ovvero da oltre 3 anni; in Danimarca, poco più di 1 danese su 2 afferma di orientare la propria alimentazione verso una scelta “sana”.
Ma che cosa si intende per alimentazione sana?
Dall’analisi dell’indagine emerge un mondo estremamente ricco e sfaccettato.
In Italia, le tendenze principali sono a includere nella propria dieta frutta e verdura di stagione, cibo naturale e/o biologico e a porre un alto livello di controllo nella lettura degli ingredienti, facendo estrema attenzione agli elementi considerati “nocivi” per la salute, ad esempio gli additivi, i conservanti, gli ogm e i grassi.
In Danimarca, l’alimentazione sana è associata al concetto di beneficio per la salute, dunque al cibo che in modo naturale è ricco di sostanze nutrienti, quali vitamine, sali minerali e Omega 3, oppure che è fatto solo con ingredienti “naturali”, dando rilievo anche ai prodotti biologici.
Una curiosità: in Italia, circa il 49% degli intervistati associa l’alimentazione sana alla dieta mediterranea, coerentemente con la cultura enogastronomica del Paese, mentre solo il 17% circa dei danesi è della stessa opinione.
D’altra parte, in Danimarca circa il 19% degli intervistati considera il plant-based un cibo sano, mentre in Italia, dove evidentemente è poco conosciuto, solo il 7% condivide questa valutazione.
L’Osservatorio ha indagato anche sulla “cultura” e, quindi, sull’interpretazione del significato delle classificazioni dei prodotti che rientrano nel concetto di alimentazione sana e naturale. Tra i due Paesi sono emerse differenze interessanti, che sottolineano come lo stile di vita produca conoscenze e dinamiche di consumo differenti.
Ecco, allora, che 3 italiani su 4 comprendono in modo corretto il significato dei termini e delle definizioni: espressioni come “a km zero, agricoltura sostenibile, biologico, vegano, vegetariano, filiera controllata, alimenti privi di, a basso contenuto o arricchiti di certe sostanze” sono parte integrante del loro linguaggio comune.
Nel complesso, diversi tra i termini più noti in Italia sono più deboli in Danimarca, dove risulta, invece, molto ben conosciuto e diffuso il termine “plant-based”.
Cultura alimentare e stile di vita sono fattori che influenzano le interpretazioni delle principali definizioni delle diverse categorie di cibo sano e naturale.
Alcuni termini si confermano parte del linguaggio comune sia in Italia che in Danimarca: “biologico, vegano e vegetariano”, così come “prodotto da agricoltura sostenibile”.
Ma ci sono anche definizioni e concetti interpretati e, pertanto recepiti, in maniera diversa nei due Paesi. Ad esempio, “filiera controllata e certezza dell’origine” è ben compreso in Italia da circa l’84% degli intervistati, mentre in Danimarca solo dal 54%; in Italia, i “prodotti a km zero” sono colti nel loro significato dall’89%, invece in Danimarca dal 54% circa; il significato dei prodotti “halal” in Italia è poco conosciuto (36%), mentre in Danimarca può dirsi acquisito dal 76% degli intervistati.
Una nota a parte sulle categorie relative a una scelta di consumo legata alla “salute”: gli alimenti “arricchiti da, privi di, a basso contenuto di” sono più riconosciuti nella loro definizione in Italia che in Danimarca.
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