Settembre 2019

Si è tenuto venerdì 6 settembre il Convegno di apertura del SANA, conclusione naturale degli “Stati Generali del biologico”, l’iniziativa promossa da BolognaFiere in collaborazione con FederBio e AssoBio, e con il sostegno di ITA - Italian Trade Agency.

 

“L’unione europea crede fermamente nell’importanza delle produzioni da agricoltura biologica ed è per tale ragione che sostiene la crescita di questo mercato con un forte indirizzo politico e un sostegno diretto agli agricoltori” – ha aperto così Phil Hogan (Commissario europeo per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale) il seguitissimo dibattito di questa mattina, a cui ha assistito un’ampia e interessata platea di operatori del settore.

 

Gianpiero Calzolari (Presidente BolognaFiere) è intervenuto a ricordare che “il biologico si è conquistato nel giro di pochi anni un ruolo di primo piano per l’agroalimentare, passando da elemento di nicchia a driver per lo sviluppo e la crescita. Il biologico è oggi un fenomeno di massa, un settore con migliaia di addetti, che sta caratterizzando un nuovo sistema produttivo, sempre più orientato alla sostenibilità”.

 

Con il suo intervento Paolo De Castro (Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo) ha ricordato che “l’Italia detiene la leadership a livello europeo in ambito biologico. L’Italia e SANA puntano sull’agricoltura bio e l’Europa ci sta garantendo risorse importanti per continuare a crescere. L’importante è assicurarsi che la crescita sia gestita nel rispetto e nella tutela dei consumatori, che devono restare la priorità per tutti gli attori della filiera.”

 

L’intervento di Angelo Frascarelli (Presidente Advisory Board Rivoluzione Bio) si è concentrato sui contenuti del “Manifesto del biologico 2030” – presentato oggi a Bologna – e sul ruolo dell’agricoltura biologica nel più ampio contesto agroalimentare. “Il biologico è una storia di successo in Italia. Per questo possiamo dire che siamo passati “Dalla Rivoluzione Verde alla Rivoluzione Bio”. Abbiamo risolto i problemi? No. Il rischio di oggi è che il biologico sia vittima del suo successo. Per questo bisogna andare oltre. Come? Innovazione, trasparenza, comunicazione. Cosa significa? Economia circolare, bioeconomia, servizi ecosistemici, per rafforzare le esternalità positive del bio; tecnologie di precisione, agricoltura bio digitale, etichette digitali per rafforzare la distintività e la garanzia del bio presso il consumatore, comunicazione e consapevolezza alimentare dei consumatori per accrescere la domanda di prodotti bio.”.

 

“Questa Regione ha speso 50 milioni di euro sull’innovazione e sull’agricoltura” – ha riferito Simona Caselli (Assessore Agricoltura, Caccia e Pesca Regione Emilia-Romagna) – “un investimento che nessuno ha fatto in Italia: siamo i primi! Anche in Europa, ci dice la DG AGRI, siamo tra i primi per gruppi d'innovazione, noi adesso ne abbiamo 200 in azione, e altri ce ne saranno. Ho fatto studiare dal CNR di Bologna quali di questi gruppi hanno a che fare con la mitigazione e l’adattamento rispetto al cambiamento climatico, ne è venuto

fuori che il 67%, 68% propongono proprio quelle soluzioni che possono aiutare a contrastare il cambiamento climatico ed essere più resilienti. Fra di esse, molte puntano proprio sul l’agricoltura biologica e sulla valorizzazione della biodiversità”. 

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