Febbraio 2025

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Si è tenuto questa mattina il convegno di apertura delle due manifestazioni, in programma a BolognaFiere fino a martedì 25 febbraio

Padiglioni aperti, da questa mattina, a BolognaFiere, per due appuntamenti di riferimento nel settore food&beverage: SANA Food e Slow Wine Fair. La sinergia delle manifestazioni nasce per rispondere all’evoluzione dei mercati e dei canali distributivi, e alle nuove esigenze del comparto agroalimentare, con l’obiettivo di valorizzare un mercato in cui l’origine degli alimenti, la qualità, il benessere di persone e animali e la tutela dell’ambiente siano elementi centrali per produttori e consumatori.

La sessione inaugurale ha visto gli interventi di rappresentanti istituzionali, della Presidenza di BolognaFiere, degli enti e delle associazioni di categoria e no profit. Al centro del dibattito, il futuro della filiera agroalimentare tra sostenibilità, etica e innovazione. Temi sempre più rilevanti, che coinvolgono una filiera composta da produttori, distributori e aziende di servizi.

Gianpiero Calzolari, Presidente di BolognaFiere: «Ringrazio Slow Food, FederBio e i team delle due manifestazioni per aver saputo lavorare assieme nel segno dell’innovazione. Quando il mercato e i canali di distribuzione cambiano, anche le fiere devono saper cambiare. Abbiamo deciso questo nuovo format perché Slow Wine Fair e SANA Food sono pensate entrambe per il mondo della ristorazione fuori casa e hanno per protagonisti i vini e i cibi di qualità, sostenibili e sani, prevalentemente biologici. Abbiamo promosso questo progetto nell’intento di offrire un’opportunità a un mercato in cui l’origine degli alimenti, la qualità e il benessere delle persone e degli animali, come pure la tutela dell’ambiente, siano centrali per produttori e consumatori. Questo affiancamento ci consente di conservare le specificità e l’identità dei due eventi, offrendo l’opportunità di visitarli e di cogliere nuove occasioni di networking e approfondimento sui trend del settore. Sarà un hub di confronto e di crescita per l’intera business community, chiamata a ripensare il ruolo dell’alimentazione fuori casa in chiave più responsabile e sostenibile. Grazie al supporto di ICE, il respiro dell’intero progetto sarà ancora più internazionale: è confermata la presenza di almeno 300 buyer esteri, il 50% in più della passata edizione di Slow Wine Fair, con una partecipazione molto ampia dal Nord Europa e dal Nord America».

Il contributo di Brunella Saccone, Dirigente Ufficio Agroalimentare ICE - Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, ha sottolineato che il Made in Italy agroalimentare all’estero è molto ben rappresentato e ben posizionato, riconosciuto per tradizione, cultura e qualità. In Italia, tra SANA Food e Slow Wine esiste una forte sintonia: una lingua comune che tutela la terra e tutela il valore all’insegna della biodiversità, un patrimonio che va rispettato e valorizzato. «Qui a Bologna, come ICE – ha aggiunto Saccone –, portiamo 130 buyer esteri provenienti da 14 Paesi, insieme a trade analyst esperti del settore, offrendo alle aziende un'opportunità concreta di approfondire tematiche strategiche. Sono già più di 1.000 gli incontri B2B programmati, cui si aggiunge una serie di tour sul territorio per consentire agli operatori di conoscere i modi della produzione sana, biologica e sostenibile.

Maria Grazia Mammuccini, Presidente di FederBio, ha dichiarato: «La massiccia presenza di un 70% di aziende biologiche e biodinamiche a Slow Wine Fair, abbinata a SANA Food, conferma l’appuntamento bolognese come contesto ideale per la promozione di cibo e vino buono, pulito e giusto, evoluzione del protocollo siglato nel 2020 tra FederBio, Slow Food e BolognaFiere. Con una superficie vitata biologica che ha superato il 23% del vigneto nazionale e consumi che stanno premiando le etichette bio, raggiungendo in Italia nel 2023 vendite per un valore di 57,5 milioni di euro (+6,5% rispetto l’anno precedente), il vino biologico sta diventando la punta trainante della sostenibilità economica, ambientale e sociale, indicando una strada fatta di innovazione e futuro anche per il resto dell’agricoltura».

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